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Km429 Architettura

Arch. Francesco Pergetti 

Piazza Gina Borellini è una nuova Centralità, un cardine tra passato, presente e futuro; luogo fisico per
produrre occasioni e iniziative per il rilancio e la rivitalizzazione del Paese stesso. La trasformazione di viale
Garibaldi, strada urbana importante, ma priva di attrattività, a piazza urbana è la connessione ideale tra centro storico consolidato e le nuove previsioni del Piano della Ricostruzione, che collocano nuove funzioni pubbliche lungo la prosecuzione della via. Il ridisegno dello spazio urbano deve essere l’incipit e il minimo comune denominatore per intraprendere nuove azioni nel corso degli anni. Necessita iniziare dalla Piazza, luogo storico e simbolico per il cittadino, attuare la trasformazione urbana del Paese. Essa deve essere il fulcro e il legante per l’intero territorio comunale; deve sapere attrarre residenti e forestieri, rilanciare e valorizzare il commercio e soprattutto adattarsi negli anni alle esigenze come manifestazioni, fiere, mostre, mercati esprimendo un concetto di flessibilità urbana.
Una piazza che è simbolo di quel mix culturale tipico di un luogo di fiume, al confine tra province e regioni, spazio che accomuni i concordiesi e li distingua. Un nuovo simbolo per ripartire dalla tradizione.

Palazzo Mari è un edificio integrato con lo spazio pubblico, non solo attraverso l’utilizzo dei materiali, ma soprattutto per le configurazioni spaziali che innescano relazioni planimetriche nell’intorno. È uno stabile di tre piani fuori terra, suddiviso con un piano terra a destinazione commerciale e gli altri piani con funzioni residenziali. L’edificio si integra con la nuova Piazza attraverso una configurazione di pieni e vuoti rappresentati da varchi al piano terra e dalle logge dell’edificio rispettando la presenza del recupero del frammento del portico del demolito Palazzo Mari; esso vi si affianca ricercando un gioco di volumi e ombre. Caratteristica del nuovo edificio è la configurazione planimetrica del piano terra che non si presenta con un portico bensì con un varco di collegamento con la retrostante Canonica e Chiesa che fungono sia da protezione e riparo alle attività ivi insediate e amplificano la pavimentazione della piazza, in una continuità senza fine tra spazi attigui. Il nuovo edificio si conforma planimetricamente a elle rispettando le indicazioni del Piano della Ricostruzione e quindi sfondo alla nuova Piazza, inglobando vetrine e negozi in un disegno rigoroso e urbano che rifiuta l’autoreferenzialità e un inutile gesto ‘estroso’. E’ nell’assimilazione al costruito di contesto che cerca la propria sintonia architettonica.